Scrisse con la matita
tanto da farne un foglio stropicciato
le sue storie di bianca consistenza
monologhi talmente scoloriti
che non restava traccia.
Un po’di Mercatore
sul limite interrotto d’una pagina
per mille rotte ancora
La sua nave sicura vira al largo
dalle tempeste piccole da bar
dagli albatri caduti sui pontili
dagli occhi duri delle marionette
di penne contraffatte.
Le rotte vanno tutte all’ancoraggio
segnato già da tempo
vela maestra non si piega al vanto
né avanza per un’aria di libeccio
schiva marosi e squali
attenta ai morsi e a non finire in mare.
a volte però mi sento una vela senza la nave…
e me ne andrei volando alta sul mare
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anche io mi sento incompleta: se sono vela manca la nave
se sono nave manca la vela… come se l’immensità mi riducesse sempre di più ai minimi termini.
però – mi sentissi apposto – non butterei giù una riga e non sarei sospinta a cercar d’imparare il ‘come’.
– come dare il meglio – è un desiderio riservato ed esclusivo.
riservato ai pochi (o tanti?) che non saranno mai conformi né conformisti.
infondo siamo l’anello di congiunzione esattamente a metà fra sogni e bisogni ❤
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