
Improvvisamente mi è piovuto in testa il pensiero di come si possa tornare nella vita degli altri, dopo tante menzogne e dopo tanto narcisismo, secondo me persino congenito e patologico, solo per il gusto d’illudersi, di raccontarsi che si conta ancora un po’.
Ho perduto le parole per spiegare, non ho odiato, non odio e non odierò, ma neanche avrò il minimo spiraglio da concedere.
Il fatto è che, nella misura in cui ti hanno fatto soffrire, diventano totalmente indifferenti e tu ti senti bene, sei forte, raggiungi una sorta di beatitudine: loro risiedono nella zona d’ombra della tua mente, quella dove niente e nessuno ha più valore. Sono e restano a distanza siderale. Onestamente non ho neanche un solo termine da spendere per certa gente. E – se mi sono allontanata – non riesco a comprendere la perversione, né la faccia da tamburo, con cui si ripropongono.
Sembrano una peperonata con troppo aglio e io digerisco bene i peperoni, ma l’aglio mi resta tutto sullo stomaco, dunque lo evito molto accuratamente. Il branco, la massa, i più sono sempre convinti di avere ragione.
Un tantino fanno invidia, almeno a noi che ci mettiamo in discussione. In questa Nazione ci si accorge che più si rispetta e meno si viene rispettati, più si paga – in ogni senso – meno si riceve, più si aggirano regole e leggi, più si è agevolati. Ormai siamo la patria dei furbi, e i furbi non sono mai intelligenti: anzi. Scelgono e privilegiano a lungo chi li ha fatti fessi ripetutamente.
Le persone intelligenti ragionano, rispettano le regole, onorano se stesse ed il prossimo, non si sottraggono mai al dubbio. Si mettono in discussione. Gli stolti, al contrario, sono furbi, abili e scaltri nell’accaparrarsi la ragione ogni santissima volta, costi quel che costi. Tanto non sono mai loro a pagare, intendiamoci. Per concludere, se ci rifletto, non li invidio affatto, anzi, scelgo sempre d’essere quella che ha torto. Che mi si lasci sola, in compagnia delle mie rare certezze e dei miei “pazzi” ma santissimi dubbi benedetti, sono sempre stata ben disposta a pagare pegno e abituata a sedere dalla parte del torto. Si sta comodi, soprattutto quando si pensa a cosa non sanno ancora i giudici. Comunque basta così o mi fanno tenerezza e non la meritano. Lascio siano accecati e convinti. Un giorno scopriranno – forse – chi è matto e chi è disonesto. Se non dovessero scoprirlo, gente mia, non faccio miracoli, non sta a me.
“Hai ragione tu, lupo della steppa; mille volte ragione, eppure devi perire. Per questo mondo odierno, semplice, comodo, di facile contentatura, tu hai troppe pretese, troppa fame, ed esso ti rigetta perché hai una dimensione in più. Chi vuole vivere oggi e godere la vita non deve essere come te o come me. Chi pretende musica invece di miagolio, gioia invece di divertimento, anima invece di denaro, lavoro invece di attività, passione invece di trastullo, per lui questo bel mondo non è una patria…”
Hermann Hesse – “Il lupo della steppa”
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Paola Cingolani
27/05/2023