Come una lampada votiva
sul poggiolo degli ultimi dei
contaminati dai malanni
_numi di lontananze siderali
morti già da millenni_
vacilla fioca la sapienza umana
in fil di vita
un viso che galleggia sulla nebbia
pensiero ricorrente che attanaglia
_ah! il gelo che risale! sale sale
sale dai piedi in cerca del suo cuore
_lei replicava storiche ragioni
per farne barricate_ e sugli spalti
tra le ghirlande e i passamani neri
un suono di ghironda
a fare antico il tempo e la dimora
e delle note fuori coro
che ci si amava nelle retrovie
discettando di genti e istituzioni
_la penombra pareva suggerire_
si ritornava mille volte insieme
ma nella teca della sua persona
era da sola a farsi compagnia
❤
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