
“I marchigiani? Tumori da eradicare. Cancellerò tutti e invito da ora ogni mio contatto a fare la stessa cosa. Altrimenti lo escludo.”
Questo su Twitter, scritto da un mio (ormai ex) contatto. Sono stufa. Guarda altrove, ex contatto, la mia faccia è un lusso che non ti meriti più perché sei razzista e condanni me insieme alla mia gente. Ovviamente ti ho eradicato per prima, perché detesto i portatori sani d’odio.
Ho letto di tutto da venerdì e mi è venuto il voltastomaco, oltre all’ossessione di quel che ci può succedere, ma non avrei mai creduto di venir paragonata ad un “tumore da eradicare” in quanto marchigiana. Siamo accoglienti e viviamo di turismo, lavoratori e dediti all’altruismo. Adesso basta: cessate d’uccidere i morti, come scriveva Ungaretti, e lasciate stare noi vivi.
Noi vivi che camminiamo spesso – direi spessissimo – per Corso Umberto, se incontriamo uno da TSO come accaduto, corriamo gli stessi rischi: possiamo crepare allegramente perché siamo cancri, “tumori da eradicare” come è stato scritto. Ma tanto è pieno di videocamere di sorveglianza: provate a difenderci, non a filmarci per la smania di dire “Io c’ero”, fanatici. Passeggiata lungo il mercatino durante la festa, molti turisti, non saremmo stati tutti marchigiani a filmare.
Allora, visto che non ho proprio buoni rapporti coi tumori, rispondo, ne ho pieno diritto.
Chi l’ha scritto è peggiore di un malato mentale come quello, aggressivo e bipolare. Passivo aggressivo, si chiama in psichiatria: pensiamoci.
Chi l’ha scritto è peggiore di chi aveva la tutela dello stesso malato ma non ha fatto nulla.
Chi l’ha scritto è peggiore dei servizi sociali inesistenti e completamente inutili, come è inutile il garantismo politically correct che tanto gli è caro.
Chi ha scritto questo, non essendo malato, ha esercitato una violenza verbale inaudita e – se la cancellasse adesso – resterebbe comunque impressa, ergo sarebbe anche poco scaltro. Ma è così convinto di affabulare il prossimo, invitandolo a cancellare noi marchigiani, che neppure si sta rendendo conto di come – per contrastare un razzismo che non è di tutti, dato che di squilibrio mentale si parla – sta sparando sul mucchio. Generalizzare non è cosa che mi piace: io approfondisco, sempre.
Quanto a Traini, mi spiace per una certa sinistra che ho sentito anche da in TV stasera: pure là cadete – come aveva fatto Saviano all’epoca – sulla stessa buccia di banana. Ve la siete presa con uno che ha passato la vita tra neuro e case famiglia, convinto di essere Tex Willer e con un altro, campano, affidato alla madre che sta a Salerno.
Ho letto – dai radical scic – (chic) che siamo tutti uguali e che dire “Io non sono come quella persona” non è un’affermazione intelligente: va bene, sono stupida ma sono differente e corro gli stessi rischi di Alika se incontro uno squilibrato e nessuno mi aiuta.
(Fermo e Macerata: sinistra al comando della Regione, per dirla com’è, poiché il pensiero omologato è cosa vostra. Il comunicato della Lega l’ho contestato e si è scusato anche con me chi l’ha scritto. Il nostro Governatore, alle condoglianze, ha unito fatti: si allaccerà al processo con la moglie di Alika e ne sono fiera.)
(Riguardo gli approfondimenti si sappia che mio cognato è nato in Nigeria: tanto il tumore qui, a casa mia, per adesso l’ha eradicato il chirurgo, dove è stato possibile. Dove non è riuscito ha mietuto vittime più degli squinternati che voi usate sotto elezioni. Siete solo dei beceri propagandisti del nulla.)
@lementelettriche
01/08/2022
Paola Cingolani