
“Divo C” – Mostra fotografica – Roma, presso “Incinque Open Art” a Monti, via della Madonna dei Monti – 69 – Photography by Paola Tornambè, coutesy by Paola Tornambè.
Se siete a Roma, mi raccomando, non perdetevi questi magnifici capolavori: la mostra, dato il successo, è stata prorogata ancora per qualche giorno. Non rimandate, non perdete tanta bellezza, non procrastinate mai.
Ci tengo moltissimo, Paola è l’artista che ha contribuito al mio lavoro “Così ti scrivo – Memorie di un dialogo” – libro scritto a quattro mani con Fabrizio Bozzini ( che trovate su Amazon, con anche il formato eBook, al link https://www.amazon.it/dp/B09TRDKDJZ ) favorendoci la sua opera “Il mostro interiore” per la copertina.
“Una delle peggiori tragedie dell’umanità è quella di rimandare il momento di cominciare a vivere. Sogniamo tutti giardini incantati al di là dell’orizzonte, invece di goderci la vista delle aiuole in fiore sotto le nostre finestre.”
(Orazio)
Siamo stati per oltre due anni come chiusi in una bolla, una dimensione dalla quale non solo abbiamo fatto molta fatica ad uscire, ma – una volta venuti fuori – ci siamo visti per lo più peggiorati. Ci siamo inariditi e la difficoltà che impieghiamo per comunicare con la natura, con noi stessi e fra di noi sembra una muraglia invalicabile. Dobbiamo smetterla di rimandare e di temere.
Dovremmo riprendere meglio in mano le redini del nostro esistere, senza troppe esitazioni e – mi sia fatta la concessione di essere onesta – dovremmo essere molto meno ipocriti.
Il tempo scorre inesorabile, siamo già a maggio, come sempre spendiamo la nostra esistenza nel progettare il domani senza saper vedere più l’oggi con sguardo nitido.
E pensare che la vita è “Qui ed ora” – “Hic et nunc”.
Chissà perché inseguiamo le chimere senza saper realizzare mai nulla di concreto? Sarà che non mi piaceva, non mi piace e non credo mi potrà piacere mai chi non mantiene la parola data, chi predica il perdono per compiacere la pletora ma non lo mette in pratica, chi dimentica, chi ferisce e soprattutto – dell’offesa all’intelletto altrui – ha deciso di farne sport quotidiano.
Non prediligo coloro i quali sottovalutano regolarmente il prossimo, né coloro che definire ingrati è un eufemismo: fateci caso, sono sempre gli stessi che si mostrano vestiti e ben addobbati di perbenismo, dalla testa ai piedi.
S’ammantano di una generosità che – alla prova dei fatti – non è cosa loro.
Mi piace chi si ridimensiona, chi riesce ancora adesso a concedere fiducia, chi è schietto. Sento che mi è più somigliante, più vicino, più similare. Bisogna prendere distanza dalle altrui distanze e da chi si vuol sedere soltanto sugli scranni, senza avere meriti particolari.
Buon primo maggio a tutti, nessuno escluso.
@lementelettriche
Paola Cingolani
01/05/2022