
“Come un bel fiore, pieno di colore ma privo di profumo, sono le belle ma inutili parole di colui che non agisce in accordo con esse. Ma, come un bel fiore, pieno di colore e ricco di profumo, sono le belle ma efficaci parole di colui che opera in accordo a esse.”
(Virgilio Brocchi) – Le aquile
Mi è piaciuto molto questo esempio: la metafora del fiore ci sta, siamo anche a primavera e poi – mi sia consentito – di “aquile” siamo pieni, se solo riuscissimo a togliere la maschera alle colombe della pace fasulla, ne scopriremmo moltissime.
Solitamente, alle persone si dice “Sei un’aquila” per intendere che sono state furbe, il che non vuol dire affatto essere intelligenti. La furbizia ha in sé un aspetto più egoistico e limitato dell’intelligenza: chi è veramente intelligente profuma di sincerità, non azzarda richieste senza motivazioni, non tollera insulti al proprio intelletto pur non mancando di rispetto a nessuno. Mai. Ha la completezza del fiore che è sì bello e colorato, ma che profuma anche. Inutile mostrare i colori se poi non c’è nulla a seguire, si resta solo sul piano dell’immagine, non si penetra alcuna profondità.
La cosa che faccio – e farò sempre – fatica a comprendere, invece, è l’atteggiamento del contorno, dei più, della massa: la finzione di non vedere, il menefreghismo, l’incapacità di prendere posizione. Credo sia peggio questa cecità di comodo rispetto ai calcoli dell’aquila di turno, perché – se tutto tace – l’aquila continuerà indisturbata a mettersi la sua mascherina da colomba della pace. Ed è il mio giovedì Santo, così ho preso una “licenza Pasquale” per esporre la mia idea. Non dovrei aver commesso un peccato imperdonabile, spero.
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Paola Cingolani
14/04/2022