
Fotografia Archivio Mario Giacomelli
Sbirciando la Treccani leggo così – empatìa s. f. [comp. del gr. ἐν «in» e -patia, per calco del ted. Einfühlung (v.)]. – In psicologia, in generale, la capacità di comprendere lo stato d’animo e la situazione emotiva di un’altra persona, in modo immediato, prevalentemente senza ricorso alla comunicazione verbale. Più in partic., il termine indica quei fenomeni di partecipazione intima e di immedesimazione attraverso i quali si realizzerebbe la comprensione estetica.
Ora – va da sé – non serve ricorrere ai “neuroni specchio” e complicare le cose ma dovrebbe bastare specchiarsi in una frase che è una sorta di dogma, almeno per me. La cito, è di Stefano Benni.
“Bisogna assomigliare alle parole che si dicono. Forse non parola per parola, ma insomma ci siamo capiti.”
Da “Saltatempo”.
La partecipazione intima alla situazione emotiva di un altro individuo, immediata e senza parole, implica talmente tanta sensibilità che non può essere cosa di tutti. Pochi possono dire di riuscire ad immedesimarsi completamente nell’altro, anzi, pochissimi.
Una persona empatica è dotata di spiccata umanità, ha un animo delicato, percepisce, comprende e si immedesima.
Ora – io che, stando a ciò che ho scritto, mi dovrei immedesimare – posso oscurarti su di un social senza nemmeno aver discusso con te?
Perché sai – è facile scrivere che sono dotata di tanta umanità come persona – ma poi ti oscuro e intanto faccio un figurone, magari accumulando un numero di like consistente, perché tu non mi faresti mai una screenshot per screditarmi e – di ciò – ho la certezza, ti conosco bene.
Poi, fra un like e un retweet, tu lo vedi e scoppi a ridere: pensi subito a “Saltatempo” e alla magica frase di Stefano Benni, pensi che dovrei somigliare alle mie parole – se le dico con contezza – e pensi che anche i buffoni somigliano a me. Scrivono frasi ad effetto senza capire che agiscono esattamente al contrario.
Date retta, stringete a voi i vocaboli obsoleti, non abbandonatevi senza lume sul terreno del nuovo. Per una volta che qualcuno tace e sorride, magari, la prossima qualcun altro vi potrebbe tirare uno scherzetto. Ditele le cose che sapete, e – se volete far fuori qualcuno – ditegli anche che lo state eliminando solamente perché non vi è troppo simpatico. Essere onesti paga sempre, essere falsi non ha mai portato bene.
Paola Cingolani
06/04/2021
@lementelettriche