Opera incerta è il titolo della mia raccolta inedita che raccoglie testi scritti nell’arco di diversi anni, fino a quello in corso, il 2019. Il nome, come già accadde per la prima raccolta da me pubblicata, Inciampi e marcapiano (LietoColle 2011), coincide con un termine usato nell’architettura. Qui si fa riferimento all’opus incertum, di cui Vitruvio scrisse: «Le pietre dell’opus incertum, invece, poggiano l’una sopra l’altra ad embrice, formano muri non altrettanto belli, ma più solidi del reticolatum» (Vitruvio, De architectura, Trad. di G. Florian, 1978). L’ opus incertum si caratterizza per il suo mettere insieme elementi diseguali. Le pietre dell’opera incerta non sono pre-tagliate e predisposte per l’assemblaggio.
Mettere insieme le diversità in vista di un’opera comune: una sfida quanto mai attuale e mai come oggi condannata all’inattualità, messa nell’angolo e sfiancata dalla brutalità, dall’oblio e dalla menzogna, triade elevata a esercizio del…
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