E’ andata via sempre a testa alta: almeno fino ad oggi, consapevole di aver dato più di altri, cosciente dei “Non sapevo” talmente fasulli che – al cospetto – Giuda stesso diventerebbe una creaturina innocente.
Non si può dire in eterno che le cose non funzionano. Non ci si deve accontentare quando si può e si vuole ottenere di più.
Viene il momento in cui bisogna agire difendendo la propria dignità umana_mente (la mente umana non deve venire mai in secondo piano).
Vedere di ogni discriminazione fare regola nuova no: non è sua questa maniera d’essere.
Lei voleva andare via e ha creduto che non si sarebbe dispiaciuto nessuno, così se n’è andata. Non senza rifletterci bene, com’era giusto fosse.
Anche se avrebbe agito all’opposto, anche se – nei panni altrui – avrebbe detto sicuramente “No, resta!” – eppure – ha scelto di comprendersi almeno da sola.
Per forza.
Tutti hanno sempre avuto ragione con pensieri piuttosto uniformi e livellati, nessuno ha difeso l’originalità, l’intelletto, la creatività: si è sentita soffocare in quella massa.
Le è sembrato di sprofondare in un oblio nel quale nessuno riusciva più a sentirla nemmeno sospirare. Il vuoto pneumatico, il niente cosmico, il simposio dei luoghi comuni e la bella mostra delle altrui vanità ricoprivano ogni dimensione spaziotemporale.
Prendere distanza siderale da tutto quel nulla l’ha salvata.
Essere forte bastandosi l’ha salvata.
Credere in sè stessa è stata la sola garanzia per la sua sopravvivenza spirituale.
Oggi, dopo tanti anni, è difficile sbarazzarsi di lei: sono tutti là, aspettando, sperando, tentando di riprenderla per giocarsi la nuova possibilità. Quasi fosse un dovere averne, di possibilità nuove. Come si giocasse e sul display immaginifico comparisse la scritta “Ritenta, sarai più fortunato!”
Dal canto suo, lei, oggi scopre con soddisfazione di essere stata molto più importante di quello che immaginasse: è mancata, molto più di quanto non le fosse stato dato a capire.
E adesso?
Adesso è tardi, cammina da sola, difficilmente la si potrà piegare.
Ci sono cose per le quali ha necessità d’essere supportata, certo, come tutti, però resta indipendente e fiera. Non che possa disimparare la solitudine. Non è disposta a rischiare, esattamente come non lo è stata allora, ma è soddisfatta per essere ancora oggi la donna per la quale – quel qualcuno – farebbe di tutto.
Ci si vuole bene, ci si aiuta, ci si cura l’uno dell’altra, ci si stima: è forse poco? No: non lo è affatto. Lei gli sarà sempre tanto grata per tutto ciò.
Ora sorride: pensa a chi le ha detto “Non so come ha fatto a starti vicino quello che stava con te…” e – incapace di sorvolare – cosciente_mente si rende conto. Rafforza una sua consapevolezza. Non è una donna qualsiasi e, chi ha modo di misurarsi con la sua voluta fermezza, lo nota. Se reagisce male è solo un individuo che non ha la considerazione sufficiente e necessaria per relazionarsi umanamente con lei.
Si giochi alle bambole, fino a che le aggrada, perchè sta già per annoiarsi. Attento.
“Ci sono cose per le quali ha necessità d’essere supportata, certo, come tutti, però resta indipendente e fiera. Non che possa disimparare la solitudine. Non è disposta a rischiare, esattamente come non lo è stata allora, ma è soddisfatta per essere ancora oggi la donna per la quale – quel qualcuno – farebbe di tutto.
Ci si vuole bene, ci si aiuta, ci si cura l’uno dell’altra, ci si stima”
la donna eccezionale che finalmente sa di esserlo!
❤
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