Si avvicendano cose strampalate, giornate strane, situazioni paradossali. Si avverte un nodo in gola: il vuoto cosmico attorno e l’incapacità di cacciarlo via.
Il tumulto all’interno e l’impossibilità di conviverci.
Cosa dovrebbe fare una persona?
Come alleggerirsi, come respirare senza sentire quel male sul cuore?
Magari sfogandosi e piangendo, una bella catarsi e si potrebbe stare meglio. Magari.
Ma lei – testa alta – non piange.
Resta impassibile, almeno apparentemente, anche se vorrebbe tanto le si materializzasse una spalla sulla quale potersi appoggiare tirando un sospiro. Magari.
Però non è così – ovviamente – non per lei.
Chissà perché si sente addosso questo inferno?
Eh, lei lo sa bene, ma non lo dirà mai.
La vita è uno strano corridoio sul quale camminare in direzione obbligata e a senso unico.
L’ha ribloggato su e ha commentato:
“Strani giorni” da una vita.
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Eh, strani… e non scendo nei dettagli.
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